giovedì 27 ottobre 2011

un giovedì qualsiasi...

Il mio giovedì spesso e volentieri si trasforma in un giorno da quasi-casalinga che comprendono:
-banali faccende come andare alla Posta, pagare la bolletta del telefono o chiamare l'assicurazione (l'ho dimenticato anche oggi);
-affrontare la mia piccola battaglia personale con il pavimento in cotto del mio appartamento: nonostante le dovute attenzioni ha sempre un'aria opaca (oggi ho comprato un nuovo ritrovato tra i detersivi, vediamo...);
- dare una risposta all'eco del mio frigorifero.
Oggi ad esempio mi sono concentra su quest'ultima attività e sono andata alla Coop di Largo Agosta in cui ho passato un'ora e mezza a... cercare le otto figurine che mi mancavano* per completare l'album degli animali . Io e altri signori (evidentemente pensionati) abbiamo passato in rassegna centinaia di doppioni sotto lo sguardo incuriosito dei clienti del supermercato. Nel frattempo Emme, a casa malato, mi chiamava per sapere che fine avessi fatto.


*che mi mancavano... appunto...le trovate tutte.

lunedì 24 ottobre 2011

ottobre non perdona #2

Qualche giorni di troppo lontana dal mio blog... 
Cercate di capire, gli eventi di sabato scorso a Roma mi hanno un po' depressa. Avete idea di quanto ci vuole per metabolizzare l'idea della tua famiglia, dei tuo amici, del Corriere della Sera che sotto sotto pensano anche io ero lì con casco ed estintore pronto per essere scagliato contro qualche vetrina? Io mentre manifestavo su via Cavour (vicino ai ferrovieri,perché loro sulle manifestazioni la sanno lunga) stavo solo cercando di ricordare dov'era la via di quella sala da tè che mi piaceva tanto.



venerdì 14 ottobre 2011

ottobre non perdona

Non è un momento facile. E' passato settembre che con la sua luce satura riesce consolare e guarire dai mali (esistenziali) di stagione. Ottobre invece non perdona. Sto male? Sto male il doppio. Quando il gioco si fa duro... i duri iniziano a giocare. Ad esempio vado alla ricerca di cose belle, che mi lasciamo un buon sapore in bocca, un buon odore tra le dita. Per queste ragioni vorrei ringraziare Panella, la sua pizza con le verdure e i suoi grissini aromatizzati per aver reso il mio giovedì meno difficile. 



giovedì 6 ottobre 2011

le brave ragazze certe cose non le fanno...

Parlo del tempo? No dai...c'è il sole (è evidente), domani dovrebbe piovere (siamo in Ottobre, capita).
Parlo della notizia del giorno? Sembrerò cinica, ma non posso dispiacermi per tutto.
Potrei scrivere del premio Nobel per la letteratura, assegnato proprio oggi! Mmmm, non so chi sia e aspetto un paio d'anni per comprare un sua raccolta di poesie, di solito quando ci sono queste ghiotte occasioni le case editrici aumentano il prezzo di cortina di un 10%.
E allora?
Parliamo di matrimonio. Diciamo subito che non impazzisco per i matrimoni ma prima o poi a tutti arriva un invito di questo genere e allora ci mettiamo il nostro vestito-da-matrimonio, la borsa-da-matrimonio, indossiamo un paio di occhiali da sole (non so, lo faccio sempre) e partecipiamo a questo rito sociale. Sebbene questo tipo di eventi non facciano parte della mia giornata ideale ci sono alcune cose che mi piacciono:
i piccoli difetti degli invitati: una calza smagliata, un passante della cintura dei pantaloni saltato, un tacco con uno schizzo di fango;
i nonni e le nonne: dietro i loro occhi acquosi intravedo spesso un espressione di saggezza misto a tenerezza verso gli sposi e gli invitati;
il caffè bevuto velocemente prima dell'inizio della cerimonia;
ascoltare (in)volontariamente qualche commento acido e/o pettegolezzo;
fare qualche commento acido/pettegolezzo...


oggi è arrivato questo libro qui...lo ripongo via per qualche tempo, la lettura di Ernesto Sabato è particolarmente accidentata.

domenica 2 ottobre 2011

Pregiudizi, giudizi, commenti a freddo, commenti a caldo

Pregiudizi, giudizi, commenti a freddo, commenti a caldo. Sono queste le parole chi mi ronzano in testa in questa pigra domenica d'ottobre. Ma andiamo con ordine. 
Ieri sono andata a vedere con Emme una partita di calcio: gioca la sua squadra-del-cuore, il biglietto costa poco, il sole splende, perché non andare? Siamo usciti con largo anticipo perché prima vorremmo fare un giro al giardino del Maxxi: Io indosso abiti da fine-estate: t-shirt rosa, pantaloni grigi, scarpe di tela, Emme va invece fiero della sua nuova  maglia della squadra-del-cuore comprata la settimana prima al mercato del Pigneto per quindicieuro. Nella mia borsa convivono la sciarpa della sua squadra-del-cuore insieme il libro di Ernesto Sabato e il suo, La Cousine Bette di Balzac (in francese, sai com'è...).
Arriviamo, facciamo una passeggiata: ci sono i bambini che giocano, altri che vanno sullo skate, ragazzi che si baciano, signore della Roma bene che prendono un caffè. Entriamo, voglio dare un'occhiata alle prossime esposizioni in programma. Mi avvicino al banco informazioni. Le due addette, tailleur nero, piega perfetta, ci guardano strano. Mi tocco, magari ho un baffo di caffè, no, tutto ok. Continuano a guardare e capisco: la maglietta della squadra-del-cuore non va loro a genio. Chissà, forse pensano che una passione calcistica mal si accorda con l'interesse per l'arte contemporanea. Eccoli i pregiudizi, che limitano lo sguardo, che rendono la vita chiusa in compartimenti stagni, asettica, pulita, così pulita da risultare sterile. 
Andiamo via, credo che non tornerò al Maxxi per molto tempo, l'arte contemporanea l'andrò a vedere da qualche altra parte, i luoghi non mancano. 
Attraversiamo il ponte, ci sono famiglie con nonne al seguito, bambini che saltellano tenendo una bandierina in mano, gruppi di amici, persone sole. Entriamo. Mi diverto.
Peccato per te signorina del banco informazioni, peccato per i tuoi giudizi bianco e nero, non sai cosa ti perdi.